Thales e Finmeccanica in università? Non staremo in silenzio!

Nella tarda mattinata di oggi – 14 dicembre – siamo andati a volantinare al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione della F di Povo un breve testo per portare all’attenzione degli studenti alcuni semplici fatti: che nella stessa mattinata si stava svolgendo, in un aula del dipartimento, un incontro con un docente francese ce lavora per un impresa dell’industria bellica (Thales spa), sviluppando tecnologie applicate ai mezzi militari.
Mentre distribuivamo il volantino davanti all’aula in questione, ci si è presentato un professore del dipartimento (che abbiamo in seguito scoperto lavorare per Eledia) dicendoci dapprima che non potevamo entrare nel dipartimento senza badge (!), in seguito che non potevamo volantinare (!!) e infine che non potevamo volantinare senza l’autorizzazione del direttore di dipartimento (!!!).
Il fastidio del professore in questione di fronte al nostro volantinaggio (che è proseguito in tranquillità) ci è sembrato il segnale di come sia problematico per l’ateneo trentino anche il semplice fatto che si ribadiscano delle verità sotto gli occhi di tutti: che dentro le strutture universitarie agiscono aziende e centri di ricerca che lavorano sulla guerra e per la guerra.
E loro certamente hanno tutte le autorizzazioni necessarie per fare quello che fanno.

Di seguito il volantino distribuito:

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Porte aperte o porte in faccia?

La settimana scorsa in occasione delle Porte Aperte in università, abbiamo distribuito il seguente testo, per parlare dei tagli alle borse di studio e delle implicazioni dell’ateneo trentino nella ricerca bellica. Nel dipartimento di Lettere abbiamo scoperto che, a quanto pare, per volantinare all’interno delle strutture universitarie occorre prima far visionare il testo allo staff del dipartimento. Nulla di comtemplato nel regolamento, ci è stato detto, ma “una prassi” per facilitare una “condivisione delle idee”. Evidentemente anche un semplice volantinaggio turba la facciata dell’ateneo in una giornata come quella delle porte aperte. All’amministrazione universitaria dà fastidio che degli studenti si rivolgano alle future matricole per parlare di questioni spinose che riguardano l’attuale gestione dell’università. porteinfaccia